Per la prima volta, da diversi anni a questa parte, gli italiani sono in testa nella graduatoria del saldo immigratorio in Svizzera.
Hanno così superato i tedeschi, che per molti anni avevano capeggiato la classifica. Non è che dal Paese a Nord si sia improvvisamente esaurito l’interesse per Elvezia: semplicemente è cresciuto, e di molto, il numero dei tedeschi che rientrano in patria. Merito del boom economico che sta vivendo la Germania. Ma anche colpa delle difficoltà che incontrano i cittadini tedeschi a integrarsi nella realtà svizzera a Nord delle Alpi.
Questo tipo di problema non esiste, o quasi, per i nuovi immigrati italiani che si stabiliscono nelle nostre grandi città a Nord delle Alpi. In parte approfittano del «bonus latino», che invece non hanno i loro colleghi teutonici. Soprattutto però, questa nuova immigrazione italiana apprezza molto le possibilità di sviluppo professionale offerte dalle nostre industrie e dal settore dei servizi.
In realtà, il fenomeno migratorio dal Sud è fatto in gran parte di accademici, o comunque gente con una buona formazione, che abbandonano l’Italia (spesso è il Nord Italia) perché non trovano sbocchi professionali in patria. Una Caporetto per il sistema formativo della Penisola, che ha investito miliardi nella formazione di queste persone, che ora spendono il loro sapere all’estero.