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La musica dell'estate: 50 anni di tormentoni
Melodia orecchiabile, ritmo giusto e riff accattivante: sono da sempre gli ingredienti delle hit estive. Ne parliamo con Dj Antoine, Alvaro Soler e Johnson Righeira. — DIEGO PERUGINI
Alla regola non si sfugge. Arriva l'estate col suo caldo torrido e la voglia di evasione dalla routine della vita quotidiana. In città come al mare o ai monti. Uno dei classici sempreverdi di stagione è il tormentone musicale, ovvero la canzone più ascoltata, ballata, fischiettata del momento. Quella che, volente o nolente, ti accompagna fra una nuotata, un trekking o nelle giornate uggiose in ufficio. Ti si appiccica addosso appena ti alzi al mattino e non te ne liberi fino a quando vai a dormire. Ti «tormenta», appunto. Dagli anni 60 ad oggi, fra alti e bassi, il fenomeno non è mai scemato, ma s'è modificato nel tempo. Prima c'erano il juke box e i 45 giri, ora gli mp3, lo streaming audio e le visualizzazioni su YouTube. La sostanza, però, rimane la stessa: brani di un'orecchiabilità sfacciata, leggeri e disimpegnati. Ma che arrivano al cuore della gente, siano solo «usa e getta» di pochi mesi o rimangano nella memoria collettiva.
I TORMENTONI «INTERNAZIONALI»...
E QUELLI TUTTI ITALIANI
L'elenco sarebbe lunghissimo, dalle tante hit della «disco» anni 70 fino alla Macarena anni 90 e alla filastrocca Asereje del 2002. E, più di recente, il boom planetario di Gangnam Style del rapper sudcoreano PSY, ma anche le brillanti Get Lucky dei Daft Punk e Uptown Funk di Mark Ronson con Bruno Mars.
Melodia, rimo e riff accattivanti
Gli ingredienti per creare una hit sembrano facili: una melodia orecchiabile, il ritmo giusto e un riff accattivante. Eppure in tanti ci provano, ma pochi ci riescono. Spesso inconsapevolmente. Insomma, non è come seguire l'infallibile ricetta per una buona lasagna: perché qui, fuor di metafora gastronomica, entrano in ballo altri ignoti elementi. E quel pizzico di insondabile «mistero» che scatena il fenomeno. Per capirne un po' di più, abbiamo chiesto spiegazioni a chi ce l'ha fatta, ovvero a tre maestri del tormentone fra passato, presente e futuro.
Per l'estate 2016 il vulcanico Antoine ha pronta l'ennesima canzone giusta, London, pronta a diventare un tormentone. «È il secondo pezzo che ho realizzato col famoso rapper russo Timati: abbiamo trasformato una vecchia canzone folk in un irresistibile inno dance. Il risultato è sorprendente: ovunque la suono, la gente impazzisce».
Combinazione di vari elementi
Più giovane è Alvaro Soler, che l'anno scorso ci ha fatto ballare con El mismo sol, un pezzo dal sapore latino, con un intreccio vincente di chitarre, xilofono e fisarmonica, e un ritornello che non lascia scampo. Un debutto fulminante per questo 25enne figlio di genitori tedeschi e spagnoli, cresciuto tra Barcellona, Tokyo e Berlino, che può vantare anche un duetto in «spanglish» con la diva Jennifer Lopez. «Non ho una risposta precisa, quando arriva il successo lo prendi, ringrazi e vai avanti. Credo sia una combinazione di molti elementi: duro lavoro, fare le cose con passione e sincerità, circondarsi delle persone giuste» dice Alvaro, che non vuole essere la classica meteora. Infatti, sta ripetendo il «miracolo» con Sofia, già al vertice delle classifiche: «L'ho scritta a novembre a Miami, poi ci ho rimesso mano a Berlino col mio team. La musica è allegra mentre il testo è triste e parla della fine del mio primo grande amore: mi piace il contrasto, cercare un equilibrio fra bene e male. E sdrammatizzare. È la mia filosofia di vita e voglio condividerla con gli altri».
A contendergli la palma della hit estiva 2016 sono in tanti: da Enrique Iglesias con Duele el corazón alla superstar latina J Balvin con Ginza, dall'accoppiata Sia e Sean Paul con Cheap Thrills alla dance sognante di Alan Walker con Faded fino all'outsider Kungs con This Girl. Senza dimenticare, fra gli italiani, il duo rap J-Ax e Fedez con Vorrei ma non posto e l'ironica rivelazione Fabio Rovazzi con Andiamo a comandare.
«Vamos a la playa»
Ma lasciamo il presente e facciamo un tuffo nel passato. Anno 1983, impazza in tutta Europa un irresistibile elettropop, Vamos a la playa, di un colorito duo italiano, i Righeira. Il ritornello («Vamos a la playa oh oh oh oh oh», ricordate?) è micidiale e diventa uno slogan da cantare a squarciagola. «Il segreto per il perfetto tormentone? Se lo sapessi ne avrei scritto uno all'anno» scherza Johnson Righeira, che ci rivela un aneddoto sulla celebre hit: «Era nata a fine 1981 come un pezzo più cupo, sullo stile new wave del periodo, e anche il testo è ambientato in un futuro post-apocalittico. Poi sono arrivati i fratelli La Bionda, famosi produttori disco, che si sono inventati un arrangiamento più veloce e ballabile. Ed è stato un trionfo, che ha cambiato la nostra vita e... anche la loro». I Righeira ripeteranno il colpo nel 1985 con la più malinconica L'estate sta finendo, oggi ripresa dalle tifoserie calcistiche italiane: «Perché a un certo punto le canzoni camminano da sole». E, mentre la versione originale di Vamos a la playa uscirà a breve per i suoi 35 anni, Johnson ha da poco pubblicato un nuovo singolo, Sembra impossibile, con l'emergente Nevruz e la speranza di fare il botto anche nel 2016. E la storia continua.
Da Vianello a J-Ax e Fedez
Da «Abbronzatissima» ad «Azzurro», da «Gioca Jouer» a «Vorrei ma non posto»: una carrellata di tormentoni che hanno fatto la storia.
La lista delle canzoni estive italiane è pressoché infinita: a scriverle tutte non basterebbe un intero numero di Cooperazione. E, sicuramente, finiremmo per dimenticarne qualcuna. Ma ci proviamo, sicuri di fare breccia nel vostro cuore e nella vostra memoria. Negli anni Sessanta, per esempio, trionfano le disimpegnate filastrocche di Edoardo Vianello, da Abbronzatissima a I Watussi, fino a Luglio di Riccardo del Turco. Ma anche le più romantiche Una rotonda sul mare di Fred Bongusto e il capolavoro d'autore Sapore di sale di Gino Paoli, per non dire dell'irresistibile Azzurro di Adriano Celentano, firmata da Paolo Conte. Nascono manifestazioni come «Un disco per l'estate» e «Festivalbar», vere e proprie passerelle di hit, che raccontano i gusti degli italiani fra radio e juke-box.
Gli anni Settanta sono un'altra epoca d'oro, a partire dal Lucio Battisti di Acqua azzurra acqua chiara. Esplode il talento di Umberto Tozzi, destinato al successo mondiale con Ti amo e Gloria. Ricordo personale: le tante monetine spese nel juke-box per ascoltare Non si può morire dentro e Più ci penso, classici di Gianni Bella. Memorabile anche l'estate 1974 con la sentimentale E tu... di Claudio Baglioni, colonna sonora di tanti amori di stagione.
Gli anni Ottanta segnano il trionfo dell'elettronica applicata al pop: impazzano Vamos A La Playa e L'estate sta finendo dei Righeira, la splendida voce di Giuni Russo in Un'estate al mare (firmata Battiato) e l'infantile Gioca Jouer di Claudio Cecchetto, con balletto incluso. Fra i fenomeni estemporanei il Gruppo Italiano con la ballatissima Tropicana.
Gli anni Novanta si aprono col duetto Bennato-Nannini di Un'estate italiana, sigla dei mondiali di calcio, ma ci piace ricordare la suggestiva Mare mare di Luca Carboni e 50 Special dei Lùnapop. Nasce il fenomeno 883 con Hanno ucciso l'uomo ragno. Gli anni 2000 vedono la meteora Tre parole di Valeria Rossi, la coppia Paola & Chiara con Vamos a Bailar, i sempreverdi Eros Ramazzotti con Un'emozione per sempre e Zucchero con Baila.
Tra i tormentoni più recenti ecco L'estate addosso di Jovanotti e Roma-Bangkok di Baby K con Giusy Ferreri. E per l'estate 2016? Il nostro pronostico pende per Vorrei ma non posto di J-Ax e Fedez.